C’è un semplice e breve racconto che viene tramandato in un villaggio lontano dove i bambini ascoltano ancora le storie raccontate dagli anziani, intorno a un fuoco, di sera, a cena.
Era una giornata piacevole di primavere, si poteva sentire la pace nell’aria: profumi mescolati come ingredienti di un cibo perfetto.
Una bambina sorrideva col viso rivolto al cielo, distesa su un prato, stanca per aver corso fino a poco prima. I suoi amici erano impegnati a giocare a nascondino.
Lei rimaneva stesa a sentire l’erba tra le dita delle mani, i raggi di sole che le sfioravano le guance, la terra che le sosteneva schiena e gambe. Con un profondo respiro colse tutto quello che la natura le stava offrendo, senza esserne consapevole. Pensò alla nonna, quindi si tirò su di scatto, si guardò attorno, quando vide il fiore più bello, lo prese e di corsa si avviò verso casa facendo attenzione a non sciuparlo.
“Nonna, nonna!”
La nonna era sulla sedia a dondolo con gli occhi chiusi, le gambe non le reggevano più e gli occhi si stancavano facilmente e ormai ci vedevano poco, non sobbalzó all’arrivo della nipote grazie a un po’ di mancanza di udito.
“Che succede dolce cuore?” Le chiese sorridendo.
“Ho raccolto questo bellissimo fiore per te!”
La nonna aprí le mani, pronte a ricevere il dono come un calice, e disse alla nipote “cuore dolce!, ti ringrazio per aver pensato a me!”
Alla nipote si illuminarono gli occhi, dettaglio che la nonna non vide, in compenso fu proprio la nipote a notare un velo di tristezza sul volto di nonna. “Non é il tuo preferito nonna?”
“Cuore dolce, il mio fiore preferito é quello che non si coglie, quello che non si possiede, é quello che resta vivo; nei campi, sotto il sole, la pioggia, con le radici nella madre terra, coi suoi petali verso padre cielo” Adesso anche la nonna aveva gli occhi lucidi, una piccola lacrima di commozione rimaneva raccolta nelle sottili e bianche ciglia da anziana e saggia.
“Ma nonna! Tu non puoi camminare, come puoi stare bene senza avere questi fiori che ti piacciono tanto?”
L’anziana sorrise felice di poter trasmettere il suo sentire: “Piccolo cuore, possedere un fiore vuol dire farlo morire, vuol dire tenere con sé la morte, se il fiore lo lasci nel campo puoi cogliere la sua bellezza e sentire la sua vita nel tuo cuore ogni giorno. Io non posso camminare, ma posso vivere perché attorno sento la vita che risuona.”
“Quindi, nonna, la prossima volta che penso a te cosa faccio?”
“Dolce piccolo cuore, VIVI! Danza tra i fiori che vorresti raccogliere, respira e ridi mentre li sfiori con rispetto! VIVI, fai battere il tuo cuore assieme al pulsare della vita che ti circonda: quel tuo vibrare di salute arriverà anche a me! E io ti ringrazierò per aver alimentato la vita anziché stroncarla!”
dott.ssa Nicoletta De Col
psicologa - Chinesiologa - ginnastica posturale integrata alla psicosomatica
3409717791
www.nicolettadecol.com
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