Quella frase fatta che spesso diciamo per automatismo, a volte la lanciamo in un discorso con poco sentire, quella che dice “l’essenziale è invisibile agli occhi”.
Per esempio, la postura è evidente, è modificabile, tutti possono vedere com’è la postura di una persona, l’occhio esperto potrà capire alcune cose, osservare dei dettagli, ma ci sono elementi che non possono essere visti con gli occhi: vanno “captati” col cuore.
In che senso? Nel senso col quale ho iniziato questo post: “l’essenziale è invisibile agli occhi”, perché è in profondità, dentro noi stessi, a volte lo nascondiamo a noi per primi, i cambiamenti della vita ci fanno perdere la connessione con il nostro essenziale, lo coprono, e noi lo dimentichiamo.
Quindi, riprendiamo l’esempio della postura. L’instabilità di un piede e il dolore può essere dovuto a un apparato vestibolare non efficiente, il dolore alla spalla può essere la manifestazione di un blocco emotivo legato alla rabbia. Cosa significa? Che l’essenza della sofferenza, in questi casi, non è visibile, nemmeno per l’occhio clinico, perché non c’è bisogno degli occhi, ma del cuore, dell’incontro tra due anime.
L’essenza è come un profumo: sappiamo che esiste perché lo sentiamo, mai ci sogneremmo di cercare di vederlo.
L’essenza d’amore è presente perché coinvolge ogni parte del nostro essere, mai ci pensiamo di dimostrarlo scientificamente, anche se adesso iniziamo a misurare l’amore in base a quanto una persona fa per noi...
Quindi, ancora, i cambiamenti, quelli profondi, iniziano in modo “invisibile” agli occhi, ma se stiamo attenti possiamo percepirli: dobbiamo ricordarci che esistono più sensi.
Il corpo è una meravigliosa antenna in grado di mettere insieme le informazioni che riceve, troppo spesso disturbato da pensieri, pubblicità, schemi mentali sociali... facciamo tacere la mente, chiudiamo gli occhi che ormai si fermano in superficie, e rimaniamo in ascolto dell’essenziale, della nostra essenza, respirandola (anche le cellule respirano), potremo sentire i cambiamenti già in essere, di cui non facevamo caso.
Per fare un altro esempio, se piantiamo un seme, non ci aspettiamo di vedere domani i suoi germogli, ma la vita sta già agendo “invisibile”. Una docente ci fece l’esempio: “quanto tempo serve per guarire? Mah, per esempio una pannocchia ci mette 6 mesi per formarsi, vuoi farti almeno il tempo di una pannocchia?”.
Dott.ssa De Col Nicoletta
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