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Immagine del redattoreNicoletta De Col

Cambiamento. Dalla teoria alla pratica.


Si sente che qualcosa stride nella propria vita, che c’è uno sfondo di insoddisfazione, un “qualcosa che punge” ogni tanto, diretti in giro che si fanno sentire, che “cambiano posto” in continuazione, un sonno non riposante, un sonno senza sogni... è il cambiamento che bussa alla nostra porta.

Ci dice “devi cambiare per poter stare meglio!”. Ma cosa? Come? 

E non sappiamo come ascoltare, trovare, carpire la risposta. Allora frequentiamo corsi, andiamo a meditare, proviamo seminari sulla crescita personale, sappiamo i concetti e filosofeggiamo sui “massimi sistemi”, ma noi non stiamo cambiando, se non in superficie. Arrivano ancora, forse più di prima, più forti e più infimi i nostri schemi di comportamento: ansia inspiegabile, ci fanno ancora più fastidio alcune cose, reagiamo senza controllo, abbiamo ancora meno autostima, più insicurezza, frustrazione...

Ognuno di noi ha degli schemi automatici, se vogliamo cambiare, dobbiamo vederli, vederli significa osservare una verità che spesso ferisce. 

Fa male sapere che ci ha fatto comodo finora agire in un modo nonostante tutto (perché magari così abbiamo il sostegno di alcune persone, o perché se sbagliamo abbiamo la “scusa” che siamo incapaci...).

Fa male scoprire che siamo responsabili della nostra vita, di come reagiamo anche agli eventi più “tragici”. Per esempio tutti noi abbiamo attraversato la strada del lutto, ma non ognuno ha saputo “utilizzare” gli insegnamenti in modo differente: chi ha preferito fermarsi, chi ha osservato cosa c’era di positivo, chi torna indietro...

Siamo responsabili delle reazioni che abbiamo. Possiamo scegliere sempre come reagire, ascoltando le nostre emozioni e potendo trasformare quello che sentiamo in azioni più efficaci per il nostro e altrui benessere.

Quindi, il cambiamento non arriva andando a lezione su come gestire l’ansia, per esempio, ma cercando dentro se stessi le paure più profonde: spesso scappiamo da noi stessi, da quello che non vogliamo vedere di noi, che riteniamo così orrendo da volerlo strappare dal nostro animo.

Il cambiamento arriva rompendo gli schemi automatici, arriva un poco alla volta, come tutte le vere guarigioni: la saluta si semina, si coltiva, si contempla e poi si raccoglie.

Quel che arriva schioccando le dita è solo un’apprente star bene.

Penserete che sia facile per me che scrivo! Io invece vi capisco ... io ero etichettata come una bambina mediocre, timida, che avrebbe potuto far di più ma non si applicava, che non sapeva relazionarsi con gli altri... erano tutte etichette che mi hanno appiccicato gli altri e che io avevo fatto e creduto mie, crescendo e facendo tanto lavoro su di me ho iniziato a sperimentarmi, a dirmi “e se non fosse così?”, “e se invece ci riuscissi?”

La paura di sbagliare e di essere giudicata mi soffocava, mi obbligava a rimanere ad osservare i dettagli, a preparare piano A,B fino alla Z, a voler ottenere il massimo possibile senza sbagliare. 

Quando mio padre stava male ero consapevole che ancor di più dovevo seminare la mia vita (non stando solo con lui), quando è morto ho voluto onorarlo con i suoi insegnamenti applicandoli, lasciando che lui vivesse attraverso le mie azioni. Lui ha lasciato in sospeso alcune cose burocratiche che ho dovuto risolvere... insomma anche la cosa più tragica possiamo trasformarla in un profondo cambiamento e insegnamento che la vita ci offre.

Cambiare si può. Richiede pazienza, pazienza e amore per se stessi, compassione per ogni parte di noi (soprattutto i nostri demoni). Piccoli passi, accettando che a volte sembrasi tornare indietro. 

Il cambiamento implica che ci sia lo sbaglio, è compreso nel pacchetto. Ma possiamo gestire le nostre emozioni in modo che gli sbagli siano “consapevoli”. Lo sbaglio sarà piu probabile se saremo orgogliosi, presi dall’ansia, governati dalla paura, comandati dalla rabbia.

QUINDI:

Iniziamo dal trovare i nostri schemi, un poco alla volta guardiamo i nostri demoni, a piccoli passi iniziamo a FARE, ripetendoci che si può sbagliare e che sarà nostra responsabilità ogni “bene e male” che arriverà. Fondamentale è la nostra reazione: noi possiamo scegliere come reagire di fronte a una situazione, sempre.

Nicoletta De Col

Psicologa sociale 

Chinesiologa (ginnastica posturale)

Insegnante Yoga 

3409717791

Nicoletta.decol@gmail.com


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