A volte capita d’essere in crisi, di rendersi conto di non stare bene, di sentire che qualcosa richiama dal profondo del nostro cuore: un borbottio confuso, un bussare timido. C’è qualcosa, ma facciamo fatica ascoltarlo.
Ogni giorno aumenta, finché si fanno chiare le parole, il bussare è deciso e ci indica il problema: intravediamo la verità.
E intravedere fa paura, spaventa, può paralizzare, far dubitare di se stessi, di tutto quel che è stato fatto.
Capita che si faccia finta di non aver visto, di non aver iniziato a capire... ma quel bussare... quel borbottio che diventa chiacchiericcio ... tum... tum... tum... un “cuore rivelatore” che si fa finta di ignorare.
E in una società dove non ci possiamo fermare, non possiamo porci dubbi, perché non c’è tempo per sentire e poi pensare e poi vivere.
Non possiamo fermarci per sentire che c’è qualcosa di sbagliato in un mondo dove si paga per fare la pipì, per bere, per avere un riparo. Sono cose che la natura offre e dona, che l’essere umano ha trasformato in vendibili dando un prezzo. Quindi, arrivo al punto, l’essere umano ha dato un prezzo anche alla propria vita: stiamo dando un prezzo alla nostra salute!
Già! Quanto vale la nostra salute? Ognuno di noi sta dando un prezzo!
Per esempio c’è chi decide di non mollare l’azienda per cui lavora per manca poco alla pensione, consapevole che questo comporta non dormire, mangiare poco e male, non avere svaghi, non sapere più chi si è.
Che chi preferisce pensare solo alla famiglia e compiere tutti i doveri necessari mettendo da parte i propri sogni, concentrato sui sogni della famiglia, non sapendo più chi è lui/lei, perdendosi tra i doveri e il continuio susseguirsi di impegni.
Che chi scopre che non sa cosa sta facendo, perché finora ha “eseguito l’iter giusto”: trovare lavoro, trovare moglie, fare un figlio, fare il secondo... e adesso che si fa? Chi sono? Come faccio ad essere felice adesso che ho raggiunto queste cose?
Se andiamo di corsa crediamo di stare meglio: non ci fermiamo a sentire che c’è un dolore sordo. Ci troviamo milioni di impegni pur di non farci caso. Crediamo che se ci fermiamo siamo perduti, perduti nel dolore.
Eppure, se ci fermassimo e quel dolore lo volessimo guardare e prendere per mano, potremmo scoprire che stiamo prendendo per mano noi stessi, che stiamo iniziando ad amarci davvero, un amore che non è egoismo, ma un amore che porta accettazione, perdono, equilibrio. E se possiamo ascoltare il nostro dolore, saremo in grado di ascoltare quello degli altri.
La società vuole che andiamo avanti, così “ci rompiamo” e compriamo farmaci per essere carrarmati. Vuole che non ne possiamo più per appagare i nostri vuoti emotivi con lo shopping.
Vuole che siamo malati inconsapevoli per farci guidare in strade di malattie.
Quanto vale la tua salute?
Puoi fermarti! Sì può sempre, semplicemente in alcune occasioni è solo più difficile, ma si può!
Nicoletta De Col
Mogliano Veneto (TV)
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